IA, la Commissione europea vuole creare una unione dei dati

La Commissione europea ha pubblicato oggi, mercoledì 9 aprile, un piano di azione sull’intelligenza artificiale, che mette nero su bianco le linee guida pubblicate a suo tempo nel rapporto sulla competitività dell’economia.

Partendo da questo abbiamo chiesto alla nostra IA cosa ne pensava.

Punti di forza

  • Visione strategica di lungo periodo
    Il piano punta a triplicare la capacità di calcolo entro 5-7 anni, un orizzonte temporale realistico ma ambizioso. Questo tipo di pianificazione è essenziale per non subire la dipendenza tecnologica da Stati Uniti e Cina.

  • Creazione di un mercato unico dei dati
    È un passaggio cruciale. Senza un’adeguata disponibilità di dati condivisi e interoperabili, l’IA resta frammentata e poco efficace. Questa iniziativa potrebbe dare una marcia in più a tutto l’ecosistema europeo.

  • Sostegno all’ecosistema economico e pubblico
    Mettere i supercalcolatori a disposizione non solo delle grandi aziende ma anche del settore pubblico e delle PMI è una scelta democratica e inclusiva, che può accelerare l’adozione diffusa dell’IA in tutti i settori.
  • Focus su talenti e semplificazione burocratica
    Il reclutamento di esperti e la riduzione degli oneri amministrativi sono due leve fondamentali. Senza talenti e senza snellire la burocrazia, anche le migliori infrastrutture rischiano di essere sottoutilizzate.
  • Attenzione alla responsabilità e alla compliance
    L’idea di aprire uno sportello informativo per aiutare le imprese a rispettare le normative europee (come l’AI Act) è un passo importante verso un’adozione consapevole e regolamentata dell’IA.

Assi di miglioramento

  • Dettaglio operativo ancora carente
    Il piano è ambizioso, ma la notizia resta generica su alcuni aspetti chiave: come verranno finanziati i supercalcolatori? Quali saranno i criteri di accesso per le imprese? Più chiarezza operativa aumenterebbe la credibilità.

  • Dipendenza tecnologica dai produttori di microprocessori
    Non si menziona la strategia sull’autonomia nella produzione di chip, che è un tema strategico per l’Europa (oggi fortemente dipendente da USA e Asia). Questo è un anello debole della catena.

  • Tempistiche aggressive ma rischiose
    Cinque-sette anni per triplicare la capacità è positivo, ma senza un piano preciso sui talenti e sulle collaborazioni industriali potrebbe essere difficile da realizzare nei tempi previsti.

  • Comunicazione e percezione pubblica
    Vista la sensibilità del tema IA, sarebbe utile accompagnare questi annunci con una campagna educativa rivolta anche ai cittadini, per evitare che si percepisca solo la dimensione “invasiva” della tecnologia.

  • Coordinamento tra Stati membri
    Parlare di “mercato unico dei dati” è importante, ma serve un coordinamento reale tra le diverse legislazioni nazionali, altrimenti si rischia la solita frammentazione europea.

Il piano della Commissione è un passo nella giusta direzione, ambizioso e complessivamente ben orientato verso le sfide globali dell’IA.

Tuttavia, richiede più concretezza operativa, attenzione alle dipendenze strategiche e un forte coordinamento europeo per poter competere davvero con le potenze più avanzate nel settore.

Se riuscirà a colmare queste lacune, potrebbe diventare un modello di sviluppo etico e sostenibile dell’intelligenza artificiale.